La storia delle Tornerie
Pettenasco ha un’antica tradizione legata all’artigianato della tornitura del legno.
Nel 1700 a Pettenasco esistevano già cinque mulini alimentati dalla forza del torrente Pescone e dalla Roggia Molinara, canale artificiale che si staccava dal torrente principale all’ingresso della Val Fatta.
Nel 1800 i mulini cessano di essere utilizzati per la macinatura degli alimenti e si trasformarono in tornerie per la lavorazione il legno. Questi edifici venivano chiamati dagli abitanti della zona “fabbriche” mentre i tornitori erano soprannominati in dialetto “Gratagamul” cioè “grattuggia tarli”.
La forza motrice per muovere i complicati meccanismi della fabbrica proveniva dal corso d’acqua. Lungo il percorso del Torrente Pescone e della Roggia Molinara esistevano delle cascate al di sotto delle quali venivano posizionate le grosse ruote di legno che azionavano gli ingranaggi interni mettendo in funzione i torni e le seghe circolari degli artigiani.
Nel 1922 erano attive ben sette tornerie in Pettenasco: Bezzi Fratelli, Maulini Bartolomeo, Maulini Evaristo, Manini Francesco, Albini e Bisetti, Martinazzi Francesco, Piazza Battista.
Negli anni ’60 e ’70, l’attività legata al legno viene abbandonata soprattutto per la diffusione della plastica come materia prima. Oggi alcuni artigiani lavorano ancora il legno, utilizzando attrezzature moderne, producono oggetti di alto design o effettuano lavorazioni particolari di arredi o complementi per la casa.
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1878/1879: Primo insediamento ad opera di Maulini Battista con i figli Bartolomeo ed Evaristo. I due fratelli apprendono il mestiere dai maestri della Valle Strona e realizzano in Val Fatta (zona Folla) il loro laboratorio, utilizzando energia idraulica del primo tratto della Roggia Molinara.
1886: Evaristo Maulini si separa dal fratello Bartolomeo e dà vita ad una nuova torneria posta più a valle, utilizzando l’energia ricavata dalla seconda parte della Roggia Molinara.
1888: Battista Piazza, originario della Valle Strona (dove già possiede una fabbrica) si trasferisce in Val Fatta. Grazie alle sue conoscenze riguardo la fusione dei metalli, si inserisce nel mercato sfruttando la combinazione legno/metallo, per produrre macinapepe e macinacaffè.
1889: Sempre proveniente dalla Valle Strona, Francesco Martinazzi dà inizio alla sua produzione in una fabbrica posta su un terreno confinante con la fabbrica Piazza. All’inizio del secolo, Battista Piazza si trasferisce ancora più a valle della roggia Molinara ed inizia la costruzione dello stabilimento che diventerà negli anni ’30 uno dei più grossi complessi italiani nel suo genere.
1911: Nasce la torneria di Nazzaroli a Pescone di Agrano.
1920: Bezzi Gesuino e Bartolomeo creano un laboratorio in Vicolo Stazione.
1917/21: Nel punto di incrocio tra la roggia Molinara e la strada statale, la famiglia Oglina crea un nuovo insediamento. Successivamente vi lavoreranno Crotta, Abramo Bisetti e Achille Maulini.
1920/21: Viene fondata la torneria di Manini Francesco, posta all’ultimo salto sfruttabile dalla Roggia Molinara. L’unica torneria tuttora esistente, dove lavorano Giovanni e Giuseppe, rispettivamente figlio e nipote di Francesco.
Con l’introduzione di nuove tecnologie e l’utilizzo di nuove fonti energetiche, sorgono altri insediamenti in località diverse dalla primitiva Roggia Molinara.
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1944: Giulio Bisetti crea una torneria specializzandosi poi nella lavorazione di giocattoli e articoli casalinghi (suo il macinacaffè destinato a premiare i “Cusiani Benemeriti”)
1947: nasce la torneria di Angelo Nichini.
1949: nasce la torneria di Ernesto Martinazzi.
1949: la ditta Francesco Martinazzi è acquistata dai nipoti Audenzio e Giovanna Martinazzi che la trasformano in una moderna torneria trasferendo l’azienda fuori dalla Valle Fatta.
1950: Giovanni Rigotti, Giuseppe Rigotti e Rosario Martino fondano una nuova torneria in Via Legro.
1955: Giuseppe Rigotti crea una sua torneria a Pratolungo e sarà l’unico insediamento nelle frazioni di Pettenasco.
1977: Giordano e Audenzio Nichini acquistano la torneria dei fratelli Martinazzi.